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Il nuovo progetto apre la partnership tra Green future project e Rete clima
Una nuova iniziativa per la salvaguardia degli habitat forestali del gallo cedrone in Val di Fiemme e per la riforestazione di circa 15.000 alberi in Alta Val Pusteria
[29 Novembre 2023]
Tra il 28 e 29 ottobre del 2018 la tempesta Vaia portò venti da oltre 200 km/h su Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, provocando 8 morti e abbattendo alberi pari a 8,6 milioni di metri cubi di legno.
Un disastro cui, più silenziosamente, ne sta seguendo un altro di pari portata a causa del bostrico, un coleottero grande pochi millimetri che normalmente si nutre di alberi morti o deboli scavandone la corteccia, ma che, grazie alla sovrabbondanza di legname schiantato, ha cominciato subito dopo la tempesta ad attaccare anche le piante sane riproducendosi ad un ritmo allarmante.
Il risultato è che ad oggi è minacciata una quantità di alberi superiore a quella abbattuta da Vaia. Per contribuire a far fronte a questo problema, Green future project e Rete clima hanno annunciato due progetti volti a mitigare il dissesto idrogeologico nelle aree fortemente colpite dalla tempesta Vaia del 2018: la salvaguardia degli habitat forestali del gallo cedrone in Val di Fiemme (TN) e la riforestazione di circa 15.000 alberi in Alta Val Pusteria (BZ).
L’iniziativa fa parte di una partnership strategica e tecnologica tra le due società, appena nata per fornire alle aziende che vogliono intraprendere un percorso di sostenibilità e decarbonizzazione la possibilità di monitorare tramite tecnologia satellitare e remote sensing lo stato di salute del progetto sostenuto.
«Rete clima sviluppa progetti che si caratterizzano per gli elevati contenuti tecnici e scientifici, caratteristica che ci consente oggi di essere tra i principali player del settore – spiega Paolo Viganò, ad e fondatore della società – Siamo però sempre più consapevoli dell’importanza di applicare soluzioni tecnologiche per il monitoraggio, la rendicontazione e la comunicazione di tutti i processi che ci vedono coinvolti insieme alle aziende che supportano i nostri progetti. L’incontro con Green future project, realtà giovane e dinamica con un approccio fortemente orientato all’innovazione tecnologica, va in questa direzione».
La tecnologia satellitare permetterà di tracciare in tempo reale i livelli di deforestazione, la qualità dell’aria, la crescita degli alberi, l’altezza media delle fronde e altri dati scientifici relativi allo stato di salute delle due zone.
Il progetto prevede infatti un’apposita piattaforma in grado di fornire una rendicontazione di impatto attraverso il supporto di modelli 3D degli ecosistemi; la tecnologia di remote sensing è poi in grado di leggere dati come la temperatura esterna, i livelli di umidità, le precipitazioni o la velocità di raffiche di vento; la tecnologia satellitare, infine, scende ancora più nel dettaglio, riportando non solo le immagini satellitari della zona progettuale ma anche dati chiave per comprendere lo stato di successo e di avanzamento di un progetto (ad esempio percentuale di copertura boschiva, altezza delle chiome, stato di salute della vegetazione, andamento di copertura boschiva persa e acquisita nel tempo, quantità di biomassa presente, concentrazione di gas e altri molecole come CH4, SO2, NO2, CO, HCHO, O3).
«A volte non ci rendiamo conto di quanto le soluzioni più efficaci siano anche quelle più semplici; quindi ripartiamo dalla terra, ricostruiamo gli ecosistemi e diamo nuovamente vita a ciò che è stato distrutto, proteggendolo e curandolo anche attraverso la tecnologia che ci consente di tracciare e monitorare nel tempo l’efficacia delle nostre azioni», conclude Pietro Pasolini, ad e fondatore di Green future project.
I due progetti su cui si focalizzerà in questa prima fase la collaborazione, che già prevede l’inserimento nel tempo di altri progetti su scala nazionale, rientrano nell’ambito della campagna di forestazione nazionale Foresta Italia, promossa da Rete clima con Coldiretti e Pefc, che mira a promuovere il capitale naturale italiano, le foreste nazionali e la biodiversità su scala locale.
Nell’anno inaugurale, sono stati piantati 60.000 alberi in 17 regioni italiane e 42 siti urbani ed extraurbani, tutti provenienti al 100% da filiera italiana.
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